Cosa pensate della poesia ?
Sembra una domanda come un’altra, ma spesso la risposta è brutale. Mi guardano e mi rispondono: “Eh..non leggo la poesia..” “Eh..è difficile..”
Insomma, tante giustificazioni. Addirittura molti prendono le distanze, come se la poesia fosse una malattia.
Generalmente la gente legge i romanzi. Già con i racconti fa fatica. E con la poesia niente. Perché ?
La poesia è molto semplice. Diretta. Riesce a condensare in una parola un insieme vastissimo di eventi, persone, emozioni, sentimenti.
È forse per questo che la poesia è temuta ? Perché arriva dritta al cuore ? Perché non racconta la storia di un’altra persona, ma racconta la nostra ?
So che è difficile avvicinarsi alla poesia. A scuola se ne parla poco. E quel poco, viene visto dagli studenti come imposizione, quindi come qualcosa di noioso e lontano.
Essa è viva in ognuno di noi e aspetta solo di essere tirata fuori. So che quello che sto per dire vi stupirà, ma tutti noi siamo poeti.
Non ci credete ?
Vi faccio un esempio.
Un signore, due giorni fa, mi ha detto una cosa bellissima. È stato operato e durante la convalescenza ha iniziato a scrivere. Lui, che non aveva mai scritto nulla, ha iniziato a scrivere. E volete sapere cos’ha scritto ? Poesie.
Ha letto i miei modesti libricini e ha iniziato a scrivere durante quei momenti difficili.
Vedete ? Tutti siamo poeti!
E se pensate di non avere le parole giuste, non vi preoccupate. Quel signore ha usato un po’ delle mie parole. Parole che sentiva, ma che non aveva mai scritto. Così potete fare anche voi. Non è barare, ma viaggiare dentro noi stessi.
Il mio consiglio è questo:
Non chiudete le porte. Apritele. Provate a far entrare la poesia e scoprirete di averla sempre avuta dentro. E se, dopo qualche giorno, non vi piace più perché parla troppo o dice cose troppo vere, potete sempre chiudere quelle porte. Lei sarà sempre lì. E quando le riaprirete vi circonderà col suo caldo abbraccio.
Vi lascio a questi pochi versi tratti da una poesia intitolata ‘Anima’ (da ‘Ad un passo tra la mente e il cuore’)
“..Non sono più
Solo
Non più
Essere solitario
In mezzo ad estranei
Ma uomo
In mezzo a uomini
Anima
Tra anime
Ora nessun giogo
Riuscirà
A schiacciarmi
Non ci saranno più
Catene
Ora che voi
Tutti voi
Siete legati
A me
Ora che siamo
Un unico mondo
Un’unica anima”
Marco Emilio Boga
Il problema delle poesie sono gli autori. Ce ne sono sempre meno e quei pochi finiscono nel ghetto letterario. Poi ci sono tanti che mettono insieme parole senza senso e dicono ‘ questa è una poesia’.
La poesia deve colpire immaginazione e sentimenti, deve toccarci in fondo al cuore. Ma quanti ci riescono?
In effetti non molti. Anche perché la poesia è troppo intima e la gente forse teme di scavare nel sé (considerato come termine junghiano).
è anche vero che alcuni mettono insieme parole a caso e dicono ‘questa è poesia’. Dobbiamo essere noi a fare una cernita di quelli che meritano. Valorizzare e stimolare quelli che lasciano intravedere l’anima poetica. Che, magari non sempre, ci fanno vivere emozioni, sentimenti, avventure.
A questo proposito, vorrei chiederle di leggere le mie poesie e dirmi cosa ne pensa. Serve a me per crescere e capire se riesco a trasmettere qualcosa. E poi è un buon modo per confrontarsi.
La ringrazio e ringrazio anche i suoi commenti. è un piacere leggerli.
Buona giornata
MEB
Passerò dal suo blog per leggere qualche composizione.
Concordo a grandi linee il contenuto del suo post. Non sono molto d’accordo che siano accettabili anche quelle poesie che non trasmettono emozioni, sentimenti. Secondo il mio modesto parere sono proprio questi due elementi la trave portante di una buona poesia.
p.s. Mi sono dimenticato che, nel caso in cui volesse leggere il libro, ci possiamo mettere in contatto e le do una copia del libro.
Un saluto
MEB
Non ho un blog, purtroppo. Per questo, se vorrà, ci possiamo mettere in contatto in altro modo. Se ha facebook, mi può trovare facilmente. Basta cercare Marco Emilio Boga.
Buona giornata!!
p.s. la trave portante della poesia è lasciare un messaggio. A volte anche nelle poesie apparentemente senza senso, si nasconde un significato profondo.
Altre volte, invece, è proprio perché lo scrittore è una capra